BRCA mutate, quali controlli?

BRCA 1 e 2 sono due geni oncosoppressori che codificano le proteine coinvolte nei processi di riparazione del DNA. Le mutazioni a carico dei geni citati (pazienti BRCA mutate) predispongono all’insorgenza del cancro della mammella e dell’ovaio. Una mutazione del BRCA1 determina, su tutto l’arco della vita, un rischio dell’85% di sviluppare un carcinoma mammario e un rischio del 40% di sviluppare un carcinoma dell’ovaio. L’età media di insorgenza del cancro ovarico nelle donne BRCA 1 mutate è di 48 anni. Una mutazione genetica del BRCA 2 comporta nella donna un rischio del 20% di cancro ovarico, nell’uomo un rischio aumentato di cancro mammario, di tumore della prostata in giovane età, del pancreas e dello stomaco.

Nell’immagine sono indicate le indagini diagnostiche da eseguire nei casi di positività al test genetico BRCA 1 e 2, in attesa di procedere con la chirurgia per la riduzione del rischio.

BRCA 1 e 2 sono responsabili di circa il 50% dei carcinomi mammari e ovarici ereditari.

TEST GENETICO (BRCA mutate)

Si tratta di un prelievo di sangue per sequenziare i due geni nel DNA dei linfociti. Non tutte le persone dovrebbero sottoporsi al test genetico ma solo quelle che hanno una stima di probabilità superiore al 10%. Solitamente il test viene proposto alle giovani che si ammalano di cancro mammario. Nell’ambito di un nucleo familiare con diversi casi registrati, il test è proposto alla donna più giovane che si è ammalata di tumore: test diagnostico.

Solo in un secondo momento il test viene proposto ai familiari sani: test predittivo.

Appare inutile sottoporre a test genetico i familiari se lo stesso è risultato negativo nella paziente.

La negatività del test genetico per mutazione BRCA 1 e 2 non permette di escludere la familiarità: vi sono ancora geni non identificati che possono concorrere a determinare la presenza di malattia nell’ambito di una determinata famiglia. Soggetti con storia familiare che depone per una probabile ereditarietà e test negativo, vanno considerati “ad alto rischio potenziale” e va loro proposta un’attenta sorveglianza.

https://senologia.altervista.org/mancata-identificazione-di-lesioni-con-mammografia/